Si chiude dopo 40 anni la vicenda giudiziaria di Itavia, compagnia aerea fondata da Aldo Davanzali. Lo Stato dovrà pagare 330 milioni di danni alla compagnia aerea. Quindi il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e della Difesa non solo dovranno risarcire Itavia per il crack finanziario al quale è andata in contro dopo la strage di Ustica, ma dovranno anche aggiungere l’indennizzo per il danno subito dalla società. La Corte d’Appello di Roma, infatti, ha condannato i due ministeri a versare la mostruosa cifra totale di 330 milioni di euro (di cui 265 milioni già stabiliti dalla Corte con sentenza definitiva nel 2018 per la caduta del veivolo) agli eredi del titolare della compagnia, che è rimasta in amministrazione controllata dai tempi della strage. Continua a leggere
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Mistero sul “passo Dylatov”: come sono morti quei nove ragazzi? Riaperto il caso dopo 61 anni
Nove morti inspiegabili che ancora oggi non trovano risposta. Nel febbraio del 1959 sette ragazzi e due ragazze di età compresa tra i 23 e i 37 anni, tutti studenti del Politecnico ed esperti scalatori, muoiono in circostanze misteriose sui Monti Urali. Precisamente sul versante orientale del Cholat Sjachl, soprannominata la montagna dei Morti. Sono trascorsi 61 anni e i partenti delle vittime così come i media russi, chiedono di sapere la verità su quanto è accaduto quella maledetta notte. Per far luce sull’intera vicenda, infatti, il caso è stato riaperto nel febbraio del 2019. L’ipotesi messa in piedi dal pubblico ministero è che le morti sono in qualche modo collegate a fenomeni naturali. Queste sono le parole di Alexander Kurennoy, rappresentate ufficiale del procuratore generale della Russia. “Parlare di omicidio è fuori discussione – aggiunge nel video pubblicato sul sito ufficiale – non esiste una sola prova, seppure indiretta, a sostegno di questa versione. Si tratta di una valanga, una lastra di neve o di un uragano”.
In tutto questo lasso di tempo ogni pista è stata battuta, ma, ad oggi, il caso resta ancora aperto. Che cosa è successo davvero quella notte? Igor, così si chiama il capo della spedizione, e i suoi amici da cosa sono stati colti di sorpresa? Continua a leggere
CoronaVirus: Nostradamus e le sue profezie colpiscono ancora?
“La grande peste nella città marittima non cesserà prima che morte sarà vendicata del giusto sangue per preso condannato innocente della grande dama per simulato oltraggio”. Con queste parole Nostradamus prevede nel XVI secolo un’epidemia, forse proprio il Coronavirus.
E per i fedelissimi delle quartine è proprio così. Quella in questione è la 2:53 ed è da rintracciarsi all’interno del IV libro delle sue profezie. In molti trovano alcune similitudini con la profezia e quello che sta accadendo in tutto il mondo a causa del COVID-19. Il virus, infatti, dopo essersi propagato in molti paesi della Cina, è arrivato anche in Italia, contagiando alcune centinaia di persone. Solo suggestione o in queste mistiche parole c’è un fondo di verità? Continua a leggere
CoronaVirus come la Peste del Manzoni: cosa dobbiamo imparare dai Promessi Sposi
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..” Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630.
Questo è l’incipit della lettera scritta dal dirigente scolastico del liceo scientifico Alessandro Volta di Milano, Domenico Squillace, ai suoi studenti. Nella lettera il preside ripercorre alcuni passi de “I Promessi sposi” che parlano della pestilenza che proprio il secolo scorso colpì il capoluogo meneghino e li invita a essere fiduciosi e a credere nella medicina. Ma, soprattutto, a non avvelenare i rapporti umani perché il bene più prezioso sono le relazione interpersonali. La cultura letteraria, dunque, diventa così memoria storica di un passato che si ripete ciclicamente e – a differenza delle suggestioni e delle profezie di Nostradamus – ci invita a riflettere. Insomma, gli avvenimenti passati forniscono alla collettività una chiave di lettura utile per non lasciarsi abbattere dagli avvenimenti negativi. Ecco la lettera integrale. Continua a leggere
Il Club27: la “maledizione” dei miti del rock
La maledizione del 27 colpisce ancora. Dopo nove anni dalla morte di Amy Winehouse, si pensava che il Club 27 avesse falciato abbastanza vittime e invece non è così… Lo scorso 7 gennaio, infatti, Harry Hains, star di American Horror Story, è morto all’età di 27 anni. Pare che l’attore, anche cantante, lottasse contro la malattia mentale e una serie di dipendenze, ma, la forza di volontà non è bastata a strapparlo al suo tragico destino. Quanto basta per far venire la pelle d’oca a chi pensa che intorno a questo numero si muova qualcosa di oscuro…
Ventisette. Una parola, dieci lettere. Apparentemente un semplice numero, che però sembra nascondere un inquietante mistero. Quando nel 1994 Kurt Cobain morì, gli appassionati del genere iniziarono a parlare di Club27 e collegarono la scomparsa del frontman dei Nirvana a quella di Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison. Tutti tragicamente morti a 27 anni. In molti ricordano, infatti, il maglione di Cobain e, altrettanti ricordano la sua performance agli MTV Unplugged, esattamente sette mesi prima di morire. Continua a leggere
Assassinio JFK: chi è lady Babushka? Un mistero ancora aperto
Una Lincoln Continental blu scuro, spari che squarciano l’aria e un tailleur rosa sporco di sangue. Queste immagini, impresse nella memoria di ogni singolo cittadino americano, fanno parte di uno dei più grandi misteri irrisolti degli anni ’60: l’assassinio del presidente John Firzgerald Kennedy.
La mattina del 22 novembre 1963, a Dallas, il presidente fu raggiunto da tre proiettili. Di quel tragico evento esistono molte fotografie e altrettanti filmati, il più noto è quello girato da Abraham Zapruder, ma ci sono anche quelli di Orville Nix, Marie Muchmore e Mark Bell. In queste immagini appare in maniera frequente una donna: foulard in testa, occhiali da sole scuri e un cappotto giallo.
La vediamo impassibile, con aria serena e rilassata in tutte le fasi dell’assassinio. Lei è Lady Babushka, soprannominata in questo modo proprio a causa del copricapo simile a quello indossato dalle donne russe… Continua a leggere
Russia: dal Kursk agli ultimi “test nucleari” finiti male. I misteri della nuova corsa agli armamenti
Il copione si ripete. Un altro incidente nucleare nel mare di Barents. Un’esplosione che genera il panico, facendo innalzare il livello di radioattività, rievocando subito il disastro di Chernobyl del 1986. E ancora: l’incendio a bordo di un sottomarino russo che causa la morte di 14 marinai, soffocati dal fumo, mentre altre cinque persone rimangono gravemente ferite.
Sono solo alcuni degli episodi noti, che durante l’estate appena trascorsa hanno tenuto i riflettori accesi sulla Marina Militare russa. Una serie di eventi avvolti dal segreto militare, che ne copre le modalità e le cause reali. Quelle che potrebbero essere legate all’impiego di nuove potentissimi armi nucleari. Tanto da indurre Mosca a depistare i fatti con un blindatissimo “TOP SECRET”, avviando però contemporaneamente una serie di indagini interne, che hanno prodotto immediatamente grandi sospetti da parte dei governi di tutto il mondo…
Ma cosa sta succedendo veramente nei mari russi? Si tratta solo dello “sviluppo” di sottomarini e nuovi missili nucleari, oppure è in atto una vera guerra sommersa che starebbe toccando anche forze armate di altri paesi, sconfinando negli oceani mondiali? E che ruolo avrebbero i militari cinesi in queste storie? Lo abbiamo chiesto ad un esperto, Giacomo Coletti, autore del romanzo Il caso Kursk il canto delle sirene, racconto basato su documenti e incontri con i diretti protagonisti della vicenda del sottomarino K-141 Kursk, in cui 19 anni fa persero la vita 107 marinai. Ma riavvolgiamo un attimo il nastro…
Missione in codice in Laguna
Una missione in codice nelle acque della Laguna di Venezia. JSO2018 “Joint Small Operation 2018” assetti dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, dell’Arma dei Carabinieri e della Croce Rossa Italiana impegnati nell’evacuazione di civili dal territorio di uno stato estero, sprofondato in una situazione di profonda crisi e violenze sociali, tali da minacciare la sicurezza e l’incolumità di nostri connazionali presenti. Continua a leggere
Il caso del sottomarino Kursk: la Guerra Fredda non si è mai fermata

Il caso Kursk
Potere e controllo. Russia e Usa a contendersi ancora una volta gli spazi dello scacchiere internazionale. Sullo sfondo la Guerra fredda e una corsa agli armamenti ininterrotta. La nuova arma, micidiale, è composta da un siluro a propulsione. Fiore all’occhiello di un’elezione destinata a scardinare gli equilibri mondiali: l’incoronazione di Vladimir Putin. E’ il 12 agosto del 2000, il sottomarino russo K-141 Kursk è impegnato nel mare di Barents in un’esercitazione navale. Deve sganciare i siluri a salve contro l’incrociatore nucleare Pjotr Velikij. Ma qualcosa va storto… Continua a leggere
Accabadora: in Sardegna esistono ancora le “sacerdotesse” della buona morte?
Arrivava di notte, avvolta in un mantello nero. In mano il malteddhu: un martello in olivastro, rigorosamente nascosto in un sacchetto nero in lana grezza. Il suo aspetto richiamava immediatamente l’immagine stereotipata della morte. Nelle campagne della Sardegna era una certezza: quando lei era nei paraggi, qualcuno stava per morire. Parliamo di Sa Femina Accabadora, la donna incaricata di “staccare la spina” ai malati ritenuti terminali. Ma una nuova rivelazione sulle “sacerdotesse sarde della morte” apre scenari sconcertanti: alcune donne praticherebbero ancora – illegalmente, ma con il consenso popolare – l’eutanasia… Continua a leggere